ieri sera ho ricevuto un sms con un numero di codice per entrare nel fascicolo sanitario della regione Lombardia.
Nemmeno tre secondi dopo avevo già aperto il sito e, seguite le procedure, col cuore in gola, ho visto il risultato del tampone di controllo ed era: NEGATIVO. Finalmente l'incubo era finito.
Non potete immaginare la sensazione che mi aveva colpito la mattina di Pasqua, quando, come facevo da qualche giorno, ho acceso dei bastoncini d'incenso per coprire l'odoraccio dei mastici, dei solventi, dei disinfettanti che abbisognano in un appartamento che cambia proprietà, e non ho sentito alcun profumo. E, nel contempo, mi sono reso conto che non sentivo più nemmeno gli odoracci. Un pugno nello stomaco, però di quelli sparati non da un damerino ma da Mike Tyson.
Sono state tre settimane tremende non tanto per i sintomi che, sì, c'erano, però non erano così gravi da rendere necessario un ricovero, ma per la sensazione di angoscia che mi attanagliava in quanto stavo combattendo contro un nemico quasi sconosciuto e che non mi dava la sensazione di avere un po' di tranquillità. Cosa sarebbe successo cinque minuti dopo? Non so quante volte mi sono posto questa domanda, così come non so quante volte ho misurato l'ossigenazione del sangue con l'ossimetro, ma, senz'altro, decine al giorno.
E, grazie ad Argio, avevo momenti, anche se duravano solo pochi secondi, in cui la mia mente si staccava dalla realtà della malattia ed entrava nella realtà dei numeri e mi dava un po' di sollievo.
Dicevo che i sintomi non erano granché: febbre solo il primo giorno, poi la tachipirina e il cortisone avrebbero fatto il loro dovere. La mancanza di olfatto e cattivissimo sapore di tutto ciò che mangiavo, respiro corto, ma soprattutto al momento di distendermi per dormire (più volte mi sono alzato nel cuore della notte per mancanza di respiro e ho aperto qualche schema di Argio); una debolezza incredibile e la sensazione di essere finito sotto un camion completavano il quadro insieme ai giramenti di testa che mi facevano sembrare l'appartamento pieno di rotonde come fosse una Roncadelle in miniatura.
Ora l'incubo è finito e, appena mi chiameranno per il vaccino, mi metterò in coda immediatamente. Perché, certe cose, le ho provate sulla mia pelle.