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E si chiama "Buona Fortuna"....

MessaggioInviato: mar 2 set 2008, 9:48
da sergio49
La strada più jellata di Washington si chiama «strada della buona fortuna»

Negli ultimi otto anni registrati 132 furti e 123 rapine, 496 incidenti stradali di cui 5 mortali dal 2002 al 2007


WASHINGTON- Si chiama «Good luck road», «Strada della buona fortuna», ma è la più jellata del circondario di Washington, e molti abitanti vorrebbero che cambiasse nome. È lunga oltre 11 km e si snoda attraverso le colline del Maryland dai sobborghi della capitale fino a uno dei centri della Nasa. Dal 2000, ha registrato 132 furti e 123 rapine, e dal 2002 al 2007 ha subito 496 incidenti stradali di cui 5 mortali. Solo in 9 delle ultime 156 settimane – tre anni – la polizia non è stata chiamata a interventi d’urgenza.

«SERVE UN NOME NUOVO» - Keith Mitchell, un tecnico di computer, cinquantenne, che vi abita dalla nascita, è convinto che il suo nome porti sfortuna. «Ogni mese io gioco alla megalotteria del nord est - racconta - . Non ho mai vinto niente, ma l’unica volta che mi sono dimenticato di giocare è uscito il numero che avevo in mente». Mitchell vorrebbe «un nome scaramantico» per la strada: «Questo è di cattivo auspicio». Secondo il Washington Post, in America solo altri tre stati oltre il Maryland hanno una «Good luck road»: la Pennsylvania, il Wisconsin e il New Jersey. Il giornale non sa come là vadano le cose, confida meglio. Ma riferisce che la strada presso la capitale è sfortunata da sempre: quando ci passava la ferrovia, non era raro che i treni si guastassero. Susan Pearl, uno storico locale, ammette che spesso gli incidenti sono fuori della norma: «Qualche anno fa, un camion carico di cemento ruppe i freni in cima a una salita. Precipitò all’indietro e seppellì sotto il cemento l’auto che lo seguiva, uccidendo due ragazze di 17 anni. C’è di che divenire superstiziosi».

NIENTE SCARAMANZIA - Jacqueline Murray è la direttrice del Good luck community center (il centro sociale della strada) il capo degli abitanti che si battono per preservarne il nome. Ribatte che non è questione di jella ma solo di traffico e di crimine: «Qui ci sono sacche di povertà e di violenza, la cronaca nera è funestata da frequenti omicidi» rileva. «Inoltre le auto non rispettano mai i limiti di velocità, sebbene la strada sia accidentata e a curve assai strette». Paul Mutcher, il parroco della chiesa Grace brethern, è d’accordo: «Sono tempi difficili, ma la nostra strada ha una fama immeritata: basterebbe una maggiore educazione civica a renderla sicura». Per vincere la sua battaglia, la Murray ha incominciato a distribuire portafortuna come ferri di cavallo e palloncini colorati con la scritta: «La nostra fortuna ce la facciamo noi».